martedì 3 marzo 2009

escherichia coli

Oggi sono in vena di riflessioni cosmiche sulla natura del mio lavoro. Insomma, parliamoci chiaro: nel mio campo c'è tanta gente che fa e tanta gente che non sa fare. Tra quella che non sa fare ci sono coloro che organizzano il lavoro di chi sa fare, ammantandosi quindi di autorevolezza e dignità. O meglio: credono di organizzare; in realtà non fanno altro che lasciarsi trasportare dagli eventi, in attesa che l'incastro giusto passi sul pelo dell'acqua. E nel frattempo succhiano, mangiano, erodono gran parte della sostanza prodotta da chi sa fare. E seppure mi limitassi a considerare quelli che si arrabattano per davvero per creare le giuste condizioni di lavoro per gli altri, sarebbero sempre troppi e troppo avidi. Incommensurabile è il divario tra le entrate di chi fa, sciroppandosi chilometri in giro con la valigetta degli attrezzi, e di chi invece se ne sta in panciolle su una poltrona in pelle a spostare palle su un pallottoliere (però, che bel gioco di parole). Esiste così tutto un esercito di persone che guadagna sulle spalle degli altri, senza muovere un dito, ed intasca tanto, troppo!
Un giorno toccherà riprenderci ciò che è nostro.
Questa gente mi fa cagare, esattamente come gli escherichia coli.

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