giovedì 6 maggio 2010

Meno male che Fini c'è...

Non se ne può più. Non se ne può più dei suoi continui gridi al complotto.
È una manna dal cielo che il buon Fini si sia risvegliato e che il fedele (?) cagnetto Bossi abbia cominciato a rosicchiare anche le caviglie cavalleresche. Complotto, congiura, attentato, tradimento, cospirazione, trama, maneggio, giudici rossi che, a tua insaputa, ti acquistano "mezzanini" da 180 metri quadri. Il novello Cesare si sente le ventitré coltellate nel doppiopetto. Si rotola da sempre nel guano, oggi lo scoprono interamente inguacchiato di merda e tutto quello che sa dire è che gli è stata buttata addosso da qualche "non-ben-identificato" che trama nell'ombra. È ormai chiaro che il vecchio satiro che ci governa ha fatto il suo trionfale ingresso nella peggiore fase della senilità: quella arteriosclerotica. Si aggira disorientato per i corridoi del Palazzo con la patta aperta, grida sbavando come un decrepito suonato; impreca contro il fantomatico attentatore, minacciandolo di bucargli il pallone. Crede che lo vogliano disarcionare ma il cavaliere non si è accorto che, ai suoi piedi, il cavallo (a dondolo) è morto da un pezzo. L'Italia stessa si sta putrefacendo. Fini e Bossi, da bravi nipotini "savi", cercano di ammansirlo come si fa col vecchio nonno rincoglionito che palpa senza ritegno il culo dell'infermiera che gli cambia il pannolone. "Non c'è nessun complotto" ha detto Gianfranco. Ed è esattamente così. È proprio il caso di prendersi per mano e cantare tutti insieme: Meno maleee che Fiiini c'èèèèèèèèèèèèè...

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