domenica 22 febbraio 2009

Interessante la visita di oggi alla gipsoteca del Vittoriano sulla legislazione antiebraica in Italia. Non posso dire "bella", perché non c'è nulla di bello in quello che ho visto. Ieri, sull'autobus dal centro verso casa, la coda dell'occhio aveva colto la stimolante scritta Leggi razziali. Una tragedia italiana, su un pannello penzolante fuori dal complesso, e l'ancor più stimolante ingresso gratuito, poco sotto. Credo d'essermi incanalato nel lungo serpentone della mostra al contrario, cioè dall'uscita verso l'entrata, ma ho trovato quanto esposto ugualmente godibile. È un periodo in cui sono particolarmente sensibile al tema. Sono reduce infatti dalla lettura de Le leggi antiebraiche spiegate agli italiani di oggi di Michele Sarfatti, un libretto illuminante. Illuminante soprattutto (e al contrario di quanto si potrebbe credere) sull'intraprendenza tutta italiana nel concepire questo esecrabile atto di discriminazione. Terrificante, vergognosa e aberrante l'esposizione così sfacciata, condivisa e acclamata dell'antisemitismo, durante gli anni del fascismo, nonché l'analisi simil-lombrosiana degli stereotipi fisici del "giudeo". Sapevo che avrei trovato, in qualche forma, il discorso di Mussolini a Trieste e così è stato: fa da colonna sonora incalzante, martellante, ripetitiva per tutta la durata del giro. Vedere le casse delle SS e gli effetti personali dei deportati non lascia indifferenti, così come le valige accatastate a fianco di un troncone ferroviario e i biglietti, pressoché illeggibili, gettati dal treno merci. Unica pecca: l'ambiente un po' troppo buio, che a volte ha reso difficoltosa la lettura delle didascalie. Peccato aver visto questa mostra solo oggi, il suo ultimo giorno, e quindi non poter più gridare al mondo di andarci...

Nessun commento: