Sono finalmente le diciotto. È l'ultimo giorno, è proprio arrivato. Una stretta di mano, due baci cordiali sulle guance e un abbraccio ai colleghi più "intimi". Anche se il soggiorno è durato solo cinque mesi, fa un effetto strano lasciare un luogo dove si è lavorato sodo, ci si è infuriati, ma soprattutto si è scherzato e riso. Mi mancherà il finto dilemma, ogni sacrosanto giorno, su dove andare a pranzare, per poi finire - lo sappiamo tutti - dal solito paninaro. Mi mancherà rifarmi gli occhi con le turiste che passeggiano in centro e, soprattutto, mi mancherà Castroni.
Chiudo il portatile, lo infilo nello zaino, mi assicuro di non lasciare in giro nulla di mio.
«Sei proprio sicuro di voler andare?»
«Ci penso» rispondo io sardonico, con il giaccone indosso.
«Il tuo telefono ce l'abbiamo? se avessimo bisogno possiamo chiamarti?»
«Tranquilli, non c'è problema»
La mia mano ondeggia, salutando tutti...
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5 commenti:
Da una lacrima sul viso...ho capito tante cose...
8-S
... è proprio perché la conosco che faccio quella faccia!!!! ma quali cantanti ascolti????!?!???! 8-S
Cultura italiana! Non conosci questa canzone? Ma dove vivi? :)
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