Se c'è una parola che mi dà ai nervi sul serio è internauta. Ma scusi, "internauta" a chi? Esistono detentori della lingua (come i quotidiani nazionali) che hanno evidentemente mal digerito il passaggio repentino dalla cartapecora ai bit e per essi sono nati, vivono e prosperano neologismi che non hanno mai attecchito tra gli addetti ai lavori. Ai canuti giornalisti italiani piace particolarmente dare dell'internauta o del navigatore, alla stregua dell'odioso (e odiato) centauro per il motociclista.
Per non parlare poi del cyberspazio (veramente indigesto quando il masticatore d'inglese di turno lo pronuncia "saiberspazio") o del bon ton telematico battezzato con una fantasiosa crasi: netiquette. Posso sorvolare su ciascuno di questi, davvero, posso soprassedere, ma su "internauta" no, su "internauta" non me la sento...
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2 commenti:
Non te la senti e fai male! La lingua è una cosa viva, si evolve, si trasforma, esprime l'individuo e la sua epoca. Perciò "internauta" va benissimo, io lo trovo geniale :) Ed è sicuramente meglio di "committare, updattare, mergiare..."
no! no! no! e no!
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